Il Governo Draghi verso nuovo Dpcm sulla pandemia: inviate le prime proposte dalla Conferenza Regioni
Il Consiglio dei Ministri , presieduto dal Premier Mario Draghi, è convocato per domani 22 febbraio 2021, alle ore 09.30, a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:
DECRETO-LEGGE: Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (PRESIDENZA -SALUTE);
LEGGI REGIONALI
Esame, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, di leggi regionali;
VARIE ED EVENTUALI.
L’appuntamento fa seguito ad un primo giro di consultazioni effettuato dal Ministro con i Presidenti di Regione ed ha avuto al centro
gli sviluppi dell’azione di contrasto al Covid e le misure da prendere con urgenza per alleviare le gravi difficoltà di molte categorie economiche.
Nel corso della riunione è emersa piena sintonia sull’esigenza di introdurre elementi di rafforzamento delle modalità con le quali verranno
presi e comunicati i provvedimenti sulla pandemia, e di favorire un ampio coinvolgimento delle Regioni nell’elaborazione del Recovery Plan.
Una sintonia che era già emersa nel corso della riunione che si è tenuta lunedì scorso presso la Protezione Civile Nazionale con il Comitato Tecnico Scientifico
e che riguarda anche la necessità di arrivare rapidamente alla emanazione del nuovo decreto relativo alle misure di ristoro per le attività più colpite dalle restrizioni.
Le Regioni e le Province Autonome hanno appreso con favore che il Governo abbia messo quale primo punto della sua agenda un cambio di passo nella gestione dell’emergenza e della campagna vaccinale, nella consapevolezza che essa rappresenta un obiettivo fondamentale non solo per la tutela della salute di tutti i cittadini ma anche per il rilancio economico e la coesione sociale del nostro Paese.
Si ritiene, pertanto, necessario che tale nuovo slancio possa essere tradotto concretamente già nelle prime disposizioni che il Governo si appresta ad adottare al riguardo e, a tal fine, si formulano alcune prime proposte.
Il meccanismo sta andando troppo a rilento, e questo non per disguidi organizzativi; carenza di personale e strutture o; in questa fase, per indisponibilità della popolazione: il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo.
Spetta quindi al Governo impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare.
In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione.
Si ritiene, inoltre, necessario anche cogliere l’occasione per valutare il riposizionamento sul piano industriale delle aziende produttrici sia per l’Europa sia per l’Italia.
Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese dei diversi territori regionali.
Occorre, altresì, poter procedere ad una programmazione delle attività anche attraverso una diversa organizzazione dell’esame dei dati della cabina regia, delle ordinanze e della relativa decorrenza.
Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali.
Sulla revisione del Rt e dei relativi parametri, la Conferenza si era già espressa, anche in termini propositivi e, pertanto, è necessario riprendere quella discussione ed approfondirla per verificare; anche dall’esperienza maturata, quali possono essere le soluzioni migliori dal punto di vista tecnico-scientifico.
È evidente che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza.
Si possono prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti; sulla base dei risultati di un’analisi oggettiva condotta dal CTS e dall’ISS.
Le limitazioni generali e quelle specifiche dovrebbero in ogni caso tener conto dell’analisi dell’esperienza sin qui condotta; valutando le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci; al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare e quali invece possano essere riaperte; valutando in questo caso, ove necessario, anche protocolli aggiornati.
Tale soluzione risulta essenziale ed opportuna in quanto alcune attività risultano totalmente chiuse da diversi mesi e il prolungarsi di tale situazione risulterebbe esiziale per le stesse.
In ogni caso, è necessario che i nuovi e più snelli meccanismi vedano una definizione più chiara da parte di CTS e dell’ISS.
A tal riguardo, si rende opportuno l’ampliamento della cabina di regia ai Ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e degli Affari regionali al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese.
È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale. In questo contesto appare assolutamente necessario procedere ad un chiarimento sulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia.
6. Nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica ed universitaria (al pari delle altre attività); con un’apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del 3 contagio nelle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento.
Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale, nonchè prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori; nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica.
E’ inoltre necessario che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio.
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